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Budrio-New York Andata e Ritorno

 
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    Speciali a cura di Beatrice Bondi

    Speciale da New York

    Zucchero: un emiliano a New York.

    AdelmoFornaciari, in arte Zucchero, emiliano verace classe 1955, nonché colosso dellamusica italiana unico nel suo genere, lunedì sera si è raccontato al pubbliconewyorkese dal palco della Casa Italiana della NYU.
    “Zuccheroè il cantante italiano più paesano e più internazionale allo stesso tempo.” Hadetto il direttore Stefano Albertini, presentando Adelmo Fornaciari,dipassaggio a New York in occasione del suo Americana Tour, che vedrà lo Sugarnazionale e altri noti artisti italiani ospiti, tra cui Jovanotti, Elisa eFiorella Mannoia, impegnati in una tournée che nei mesi di marzo, aprile emaggio toccherà in modo quasi capillare tutto il Nord America, facendo tappa alMadison SquareGarden di New York il 23 aprile.
    “Percontenere i costi viaggeremo tutti su un enorme sleeping bus, col qualegireremo gli Stati Uniti e il Canada, come negli anni Settanta.” Ha dettoZucchero, che si è raccontato in modo spontaneo e divertente, iniziando colparlare a lungo della sua infanzia in Emilia, dove è cresciuto in un casolarenella campagna di Reggio Emilia. “Sono molto legato alla terra dove sono nato,della quale ricordo il forte contrasto tra la fede cattolica e quella nelpartito comunista.” Ha raccontato Zucchero, ricordando scene alla Peppone e DonCamillo, dove il primo era ben rappresentato da suo zio Guerra, e il secondodal parroco locale Don Tagliatella (soprannominato così per le dimensioni per nullaridotte della sua figura). “Nella mia famiglia nessuno aveva nomi di Chiesa:mia nonna si chiamava Diamante e mio zio Guerra.– Ha detto il cantautore - Incasa mia era fortissima l’ideologia di sinistra, e pertutta la settimana non sifaceva che sparare a zero sulla Chiesa, però poi la domenica mia nonna invitavail prete a pranzo perché poveretto era da solo.”
    Proprioalla nonna Diamante, il cantante ha dedicato l’omonima canzone, che riportaanche la voce della donna che con quel “Delmo vin a cà”, lo chiama in dialettoemiliano alla fine del brano.
    Dall’Emiliaviene anche il nome Zucchero adottato dalla star, che deriva dal soprannome di“zuccherino”, datogli dalla maestra delle elementari.
    “Quandoviaggio vorrei portarmi dietro il cibo italiano, ma non posso. Pavarotti eramolto bravo in questo.” Ha raccontato Sugar Fornaciari, che ricorda il tenoreitaliano più apprezzato nel mondo, insieme al quale ha inciso Miserere. “Horealizzato Miserere in un momento in cui ero molto depresso a causa della finedel mio matrimonio, e non facevo altro che ascoltare Puccini e leggereBukowsky. –Ha detto Zucchero – A lavoro finito mi sono accorto che quel branopoteva essere realizzato solo con la voce di Pavarotti.” Per quanto il maestroabbia da subito amato Miserere, per realizzare il duetto Zucchero ha dovutoinsistere non pocoper convincerlo a interpretare un genere del tutto nuovo perlui. Alla fine Luciano Pavarotti acconsentì, sperimentando un metodo di lavorodel tutto nuovo per il grande tenore: “Abbiamo registrato Miserere a casa diPavarotti, con io che gli toccavo il braccio per dargli il via, e il piede persegnare lo stop.” Ha detto Zucchero, condividendo la storia di unacollaborazione artistica di enorme successo.
    L’artistaha parlato anche del suo approdo negli States, dove sbarcò in quel di SanFrancisco nel 1985, deluso dalla situazione artistica italiana, che non glilasciava lo spazio per sviluppare quel genererock & blues che lo avrebbepoi contraddistinto e lanciato tra gli immortali della musica italiana.
    “Sonotornato dalla California con un album, presentandolo alla mia casa discograficasotto un altro nome. – Ha raccontato Zucchero – Solo quando vidi il riscontropositivo e la disponibilità a produrlo, gli dissi che era il mio.”
    Daquell’album realizzato insieme alla Randy Jackson Band, uscì il fortunatosingolo Donne, col quale partecipò a San Remo nel 1985 arrivando ultimo. “Erosenza un soldo, e avevo trovato uno sponsor che per indossare un berretto colsuo logo, mi avrebbe pagato 5 milioni di lire. – Ha raccontato Zucchero – Soloche non si potevano portare sponsor sul palco a San Remo. Così avevo dueberretti, uno col logo e uno senza. Le prime due sere indossai quello senza,l’ultima sera scelsi i 5 milioni e indossai lo sponsor.”
    Zuccheroha parlato a lungo anche della collaborazione con Miles Davis, e di come iniziò:“Ero alle Maldive con la mia ex moglie, per fare un ultimo tentativo perrecuperare il matrimonio, quando mi chiamarono per andare a New York a suonarecon Miles Davis. Ho dovuto scegliere tra New York e il matrimonio, ho sceltoMiles Davis e sono partito, tanto il matrimonio era già andato.”
    Zuccheroha ricordato anche la collaborazione con gli U2, e in modo particolare hasottolineato come Bono si fosse commosso dopo aver ascoltato la versione ininglese da lui realizzata de Il suono della domenica. “Probabilmente perché gliricordava il rapporto col padre, - Ha detto Zucchero - sicuramente non per lamia voce, che Bono definiva da old whisky.”
    La listadelle star internazionali che hanno lavorato con lo Sugar di casa nostra èinfinita, oltre agli artisti già menzionati, Eric Clapton, Joe Cocker, PaulYoung, Sheryl Crow e Solomon Burke sono solo alcuni di essi.
    Zuccherosi è indubbiamente guadagnato la fama che lo precede, le sue canzoni sonopietre miliari della musica italiana e internazionale, ma dopo averloascoltato, quello che più resta impresso è la semplicità e la genuina simpatiache sprigiona, e che personalmente mi ricorda tanto casa mia.
    In blueswe trust. Blues never dies.