“Pericoli e ballate“ è il secondo disco di Salamone, in uscita il 24 marzo 2017.
Segue il fortunato album d’esordio “Il Palliativo” (2015), grazie a cui l’artista
siciliano si è aggiudicato il Premio Bruno Lauzi ed è stato candidato al Premio
Tenco per la migliore opera prima, segnalandosi come uno dei cantautori più
interessanti della sua generazione. Dieci brani dal sapore romanzesco, che
raccontano con lucida ironia la nostra epoca e rivelano una scrittura d’autore
fuori dagli schemi.
“Pericoli e ballate” è il secondo album di Salamone, in uscita il 24 marzo 2017. Dieci
brani composti in parte prima dell’uscita del disco d’esordio ed in parte durante il
lungo tour de “Il Palliativo”, che rivelano una scrittura d’autore fuori dagli schemi, e che se in parte riprendono le
suggestioni del disco precedente, vi aggiungono momenti più caldi e intimisti. Sullo sfondo, storie spesso dal sapore
romanzesco che raccontano lucidamente e con cinica ironia la nostra epoca e tutte le sue contraddizioni. Persone, amori,
viaggi reali e interiori, in un mondo in cui la poesia si interseca alla realtà, dialogando con un io sociale. Storie di città,
mercati, vicoli, piazze e porti di mare. Ritratti di personaggi di paese realmente esistiti come in “Sor Piero”, fotografie di
un’epoca passata (“Paris”); storie d’amore tragicomicamente distrutte dal rientro di un marito in tempo di guerra nel
momento sbagliato (“Nel bel mezzo dell’inverno”); storie di libertà, anarchia e passione, come in “Terusa” dove Salamone
estrapola parte di un testo di Neruda e lo sposa alla sua musica. Storie di migranti e di sogni infranti a causa delle menzogne
di una società tristemente cinica ed attaccata al denaro e al potere; ritratti di deboli anime come ne “Il Violinista dagli occhi
Blu”, o di un’intera città, come in “Pericoli”.
«In “Pericoli e ballate” si racchiude il mio mondo di uomo e di abitante del mondo, ma soprattutto si respirano le strade
battute, la gente incontrata e l’eco della città che ti avvolge e che spesso ti astrae da tutto e ti fa riflettere – racconta
Salamone -. E’ un disco partorito interamente nel cuore di Palermo, e che credo si possa accostare metaforicamente a
questo grande porto di mare, il quale racconta molto ma allo stesso tempo destina alcuni aspetti di sé solo a chi è capace di
analizzare la realtà con una coscienza poco incline al perbenismo e alle convenzioni. Così, soprattutto in avvio e in chiusura
di album, ci sono alcuni brani in cui il centro narrativo è costituito da quella che io chiamo la mia “insana ironia”. Il resto si
apre semplicemente agli incontri, alla passione, alla ricerca di un io più intimo e ad un approccio nel quale si racconta di
benevoli stranezze e di “anime fragili”, che hanno tanto da testimoniare e che scrivono storie che per me è bello
cristallizzare nelle mie canzoni.»
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