Home queste e altre storie Ferruccio Lamborghini
Oggi vi porto all’inizio degli anni ’60 quando, a sere, ora di cena Ferruccio Lamborghini di ritorno da Maranello, si sedette a tavola – a capotavola per la precisione – arrabbiato perché Ferrari l’aveva trattato male. Lamentandosi della debolezza delle frizioni, Lamborghini aveva esposto il problema al Drake che, come leggenda vuole gli avrebbe detto:
Cosa vuol saperne di auto lei che guida trattori?». Enzo Ferrari non era certo il tipo da mandarle a dire.
Nenche quando si trovava di fronte un cliente importante come Ferruccio Lamborghini, imprenditore rampante, quasi conterraneo, di 18 anni più giovane. Lo affrontò a muso duro, come faceva con chiunque mettesse in discussione le prestazioni del Cavallino Rampante.
La questione era piuttosto semplice: Lamborghini, noto produttore emiliano di trattori e caldaie, possedeva una Ferrari 250 Gt ma, capendone di motori, non era in tutto e per tutto contento del funzionamento della trasmissione. Credendo di offrire un contributo che sarebbe stato apprezzato, si rivolse all’ex pilota e fondatore della scuderia di Maranello dispensandogli alcuni consigli su come migliorare la macchina per eccellenza, ma probabilmente non aveva capito chi aveva davanti. O forse era troppo ambizioso per tacere. L’Enzo nazionale gli rispose per le rime rispedendolo ai suoi trattori. Ferruccio gli voltò le spalle, riunì attorno a sé una squadra di tecnici e designer di primo piano - da Giotto Bizzarrini a Gian Paolo Dallara - e dimostrò al mondo che il Toro Lamborghini non era certo animale meno nobile del Cavallino Rampante.
di Marco Cavalli